Come si scrive thriller all’americana e ad alta tensione

Come sapete, nei giorni scorsi mi sono aggiudicato il premio Scerbanenco dei lettori e insieme a Luca Crovi ho presentato il mio romanzo Psychokiller in diretta video su YouTube.
La chiacchierata è stata l’occasione per fare il punto anche sul genere thriller come ha scritto il sito coomingsoon in questo articolo dedicato all’evento.
Ecco un passaggio dell’intervista che ritengo interessante per chi si avvicini alla scrittura e ha in mente di dedicarsi al genere thriller.

Non solo nei thriller, ma anche negli altri romanzi il colpo di scena è importante. Quando mi dicono: guarda che dopo pagina 100 il libro parte, mi chiedo: ma perché non hanno tagliato le prime 100 pagine? Questa cosa che bisogna annoiarsi mi devasta. Il thriller è il classico libro in cui non devi mai annoiare il lettore. Se lo annoi anche per un momento, lo perdi, e sarà sempre peggio andando avanti, visto che il mondo in cui viviamo è il mondo della velocità. Immaginatevi uno che viaggia, che si muove, che ha il cellulare, il tablet con le serie. Ha mille distrazioni, se tu annoi il lettore per tre pagine, quello molla il libro e passa a un altro device. La letteratura deve stare al passo coi tempi: con situazioni che intrigano il lettore costringendolo a stare lì a voltare pagina. Ciò che comunque uno scrittore di thriller deve fare è partire forte per rallentare dopo. Nel primo capitolo ci deve essere il morto, altrimenti tanto vale comprarsi un Harmony

Qui sotto il video completo della presentazione con tante altre “dritte“. Buona visione!

Ricevi tutti i nuovi articoli gratis via mail

Inserisci il tuo indirizzo di posta elettronica per iscriverti a questo sito e ricevere in tempo reale le notifiche di di tutti i nuovi articoli pubblicati.

Pubblicato da Paolo Roversi

Scrittore, giornalista, sceneggiatore e organizzatore di festival crime. Grande appassionato di tecnologia. Tutto in ordine sparso. Bio completa qui