E se i racconti potessero avere una seconda vita in America? #tasmaniadevil

Questa è la cronaca di un esperimento letterario. Un tentativo di rispondere alla domanda posta nel titolo di questo post: i racconti che scriviamo (per antologie, per ebook, per semplice passione) possono avere una seconda vita… all’estero?
In questo caso specifico nel mercato più grande del mondo, quello in lingua inglese.
Qualche anno fa, aveva eseguito lo stesso esperimento (però su un romanzo quindi un testo più lungo e complesso), Sandrone Dazieri con i risultati che potete leggere sul suo blog qui.
Forte di quella sua esperienza ho pensato di pubblicare, anziché un intero romanzo, un testo più breve, un racconto con l’intento d’incuriosire sia i lettori che le grandi case editrici per un’eventuale traduzione oltre oceano. Gli americani, come sapete, traducono poco. Personalmente l’unico mio libro sbarcato negli States è una guida noir su Milano (Milan The Diamond che trovate qui).
the tasmania devil coverL’idea quindi è di proporre una storia dal respiro internazionale (quella che ho scelto è interamente ambientata in Australia) e vedere, come diceva quella canzone di Jannacci, “l’effetto che fa“.
Il racconto, di una decina di pagine, che ho scelto è apparso tanti anni fa in un’antologia noir e raccontava di un serial killer sanguinario.
Dopo la pubblicazione – solo in cartaceo perché all’epoca ancora non esistevano gli ebook – il testo è rimasto in un cassetto. Come molti altri che negli anni ho scritto per vari scopi. Quindi mi sono chiesto: perché questi testi “dimenticati” non possono avere una seconda giovinezza in digitale? E magari anche in un’altra lingua: quella più letta al mondo?
Da lì il passo a mettere in pratica questa idea è stato breve: l’ho fatto tradurre e ho fatto realizzare una copertina professionale.  C’è quindi un piccolo investimento economico dietro questo tentativo ma ritengo fosse necessario: la traduzione doveva essere rigorosa e la cover all’altezza visto che sarebbe stata il biglietto da visita con cui il racconto si sarebbe presentato sul nuovo mercato…
Il passo seguente, dopo averlo impaginato, è stato lanciarlo su AMAZON al prezzo di 0,99 centesimi (un caffè non si nega a nessuno, no?)
S’intitola The Tasmania Devil e, da oggi 29 febbraio 2016, lo trovate su Amazon USA qui (ma pure in tutti gli altri store Amazon, anche in prestito. Qui quello italiano.).
kindle-Tasmania
La domanda che mi pongo a questo punto è: funzionerà? Venderà? Sarà ignorato alla grande? Ripagherà il piccolo investimento iniziale? Porterà vantaggi di qualche tipo?
Lo scoprirò a breve.  E sarà anche mia cura tenere una sorta di diario online su questo blog e sui social network con l’hasgtag #tasmaniadevil dove racconterò, passo dopo passo, come evolverà questa mia esperienza.
Ho già qualche idea su come spingere e stuzzicare l’attenzione dei lettori su questo racconto ma la illustrerò nei prossimi giorni. Per ora lanciamo nel mare magnum della rete questo Tasmania Devil e vediamo (il primo) effetto che fa!

P.S. Dimenticavo di dirvi che in italiano non esiste  l’ebook di questo racconto, quindi se la faccenda vi ha incuriosito potete scaricare anche voi la versione in inglese (così fate anche un po’ di ripasso! Io mi sono letto The Cartel di Don Winslow in lingua originale perché non resistevo ad aspettare la traduzione ed erano 800 pagine! Sono sicuro che voi potete godervi alla grande una decina di pagine del sottoscritto tradotte in inglese…)

 

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Pubblicato da Paolo Roversi

Scrittore, giornalista, sceneggiatore e organizzatore di festival crime. Grande appassionato di tecnologia. Tutto in ordine sparso. Bio completa qui