Essere un opinion leader (senza saperlo)

La notizia è di oggi. C’è una classifica, ci sono parametri ben precisi per la selezione.
Il titolo è altisonante: “la classifica dei 35 influencer su Facebook nel nostro Paese“.
La ricerca si propone d’individuare, cito “opinion leader digitali, capaci con i loro post e status di influenzare l’opinione pubblica”. E i nomi? Jovanotti, Sofri, Concita De Gregorio, Vittorio Sgarbi e (oltre ad altri trenta) il sottoscritto. Uno dei pochi scrittori.
Non so bene cosa dire o pensare. Non so come sia stata stilata questa classifica e che valore abbia… L’unica cosa di cui sono sicuro è che farà rosicare un sacco di gente (anche se non so bene per quale ragione)

Nel pezzo si legge inoltre:  “Se è vero che in Italia è stimato siano 10.000 gli opinion leader riconosciuti (intellettuali, scrittori, artisti, creativi, politici, imprenditori, personaggi di spettacolo, giornalisti, docenti esponenti del mondo giovanile, religiosi, sportivi…), sono molto meno sul web (dove in realtà sono connessi 23 milioni di italiani) e su Facebook, dove operano in 6 milioni di italiani.Solo 500 soggetti su social, con una rete globale di 2 milioni di “amicizie”, riescono infatti a plasmare il pensiero comune, dettando visioni e trends con una influenza culturale il cui effetto diventerà visibile sempre di più nei prossimi mesi. Elezioni politiche comprese. Lo stesso effetto con il quale in una comunità di pesci, finisce per cambiare repentinamente direzione, come un corpo solo, seguendo gli stimoli coordinati di pochi esemplari.
L’integrale dell’articolo può essere letto qui.

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Pubblicato da Paolo Roversi

Scrittore, giornalista, sceneggiatore e organizzatore di festival crime. Grande appassionato di tecnologia. Tutto in ordine sparso. Bio completa qui