Cent’anni di grande scrittura con Marquez

Quello che vi propongo oggi è l’incipit di un capolavoro assoluto. Un libro che si deve leggere d’istinto, senza soffermarsi troppo sui nomi (ci si perderebbe) lasciandosi trasportare. Alla fine ne uscirete arricchiti. Di che romanzo sto parlando? Ma di Cent’anni di solitudine dello scrittore colombiano Gabriel Garcia Màrquez per gli amici Gabo.

«Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito».

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Pubblicato da Paolo Roversi

Scrittore, giornalista, sceneggiatore e organizzatore di festival crime. Grande appassionato di tecnologia. Tutto in ordine sparso. Bio completa qui