Domenica 11 settembre ROVERSI in diretta radio su Radio Due

Domenica 11 settembre, dalle ore 12 Lella Costa da piazza della Concordia a Mantova ci parlerà della “sindrome di Gertrude” che la affligge da molti anni e alle 13 in diretta si alterneranno Francisco Ledesma, Paola Mastrocola, Bianca Pitzorno, Paolo Roversi, Ugo Cornia e Gianmaria Testa (che renderà omaggio musicalmente all’immaginario noir di Jean Claude Izzo). Venite a mantova o sintonizzatevi su Rai Radio Due.

UN LIBRO PER L’INFANZIA. E POI TORNO AL NOIR…

E’ apparsa oggi sul portale MilanoWeb una mia intervista su Gli Agenti segreti non piangono

Ecco come comincia

In occasione dell’uscita del suo ultimo esperimento letterario – leggi: “un giallo per l’infanzia!” – ‘MilanoWeb’ ha incontrato con grande piacere lo scrittore Paolo Roversi nella suggestiva location della Loggia dei Mercanti in occasione appunto dell’arrivo in libreria dello stesso “Gli Agenti Segreti Non Piangono” (Mursia).

Sentiamo cosa ci ha raccontato il loquace e sempre in forma Roversi anche in previsione di un autunno 2009 che per lui si rivelerà “ricchissimo” di appuntamenti e impegni editoriali…

Potete leggere l’integrale qui

Presentazione a Milano di Gli agenti segreti non piangono

Giovedì 3 settembre, ore 18.30 – Loggia dei Mercanti, Milano
Edizione doppia (integrale e facilitata) e in più supertascabile per il primo giallo per ragazzi firmato da Paolo Roversi.
L’idea della casa editrice Mursia è di sperimentare una novità capace di avvicinare i giovani alla lettura.
Gli agenti segreti non piangono è un giallo appassionante e una delicata storia d’amore, delicata e innocente ma intensa come tutte le storie d’amore adolescenziali, e una piccola lezione di vita. Il protagonista è il giornalista Enrico Radeschi, sempre a bordo del suo vespino 50 e in compagnia del cane Buk e del poliziotto Loris Sebastiani; compagni di avventura sono Diego e Maggie, due dodicenni che, tra mail, slot machine, sms e video registrati con il cellulare, aiutano Radeschi a smascherare il colpevole di una misteriosa rapina all’ufficio postale.

Quando Bukowski si grattava

[L’articolo seguente è apparso sull’edizione del 20 agosto 2009 del quotidiano Il Riformista. Il mio personale ricordo di Fernanda Pivano]

“Avresti dovuto brindare con me. Ma è stato bello comunque”.
E’ la dedica, scritta su un foglio a righe di quaderno, di Charles Bukowski che Fernanda Pivano mi mostrò la prima volta che la incontrai, anni fa, nel suo bell’appartamento affacciato sui giardini della Guastalla, a Milano.
All’epoca – io scrittore in erba, emerito signor nessuno, ancora lontano dal pubblicare romanzi gialli, dai premi e dalle traduzioni – mi ero messo in testa di scrivere un libro sull’autore americano. Sapevo che lo scrittore e Fernanda si erano conosciuti in California all’inizio degli anni Ottanta quando lui le concesse una lunga intervista, diventata poi il libro Quello che importa è grattarmi sotto le ascelle (Feltrinelli). Da quel momento in avanti divennero buoni amici, rimanendo sempre in contatto.
Quando la contattai chiedendole di poterla incontrare, Nanda fu subito affabile e disponibile. Il suo numero lo si trovava sull’elenco del telefono per dirvi quanto fosse alla mano.
Bastò la mia passione per Bukowski come lasciapassare: lei è sempre stata ben disposta verso chi si interessava ai suoi amici scrittori. “Ce n’è così bisogno!”, ripeteva.
Trovarmela davanti fu una grande emozione: per me rappresentava un mito vivente tanto che entrare nella sua casa, tra pile di libri e lattine di Coca-Cola – che durante il nostro dialogo ha bevuto senza sosta – all’inizio mi lasciò un po’ disorientato. Durò solo un istante però: subito mi mise a mio agio. Iniziammo a parlare di letteratura americana e mi scordai di tutto il resto. Parlava di Bukowski con occhi sognanti ricordando lucidamente dettagli, dialoghi e situazioni. Passava con nonchalance a citazioni di “papa” Hemingway, di Jack Kerouac o di Allen Ginsberg. Sorridendo e compiacendosi del fatto che lei, amica dei più grandi ubriaconi della storia della letteratura americana, era sempre stata astemia. Fu su quella frase che mi mostrò la dedica del mio autore preferito. Il mio libro uscì qualche mese dopo ed ebbe un certo successo. Il titolo lo suggerì lei: Bukowski scrivo racconti poi ci metto il sesso per vendere (Stampa Alternativa).
Oggi io la voglio ricordare così: sorriso dolce e occhi sorridenti mentre beve Coca-Cola e mi parla di Bukowski. Adesso sarà con “papa” Hem, coi suoi adorati Beat, con De André… Ciao Nanda.

La metropoli deserta

Due giorni alla scoperta della città. Non che non l’avessi mai vista ma ora lo faccio con occhio nuovi.  Sto scrivendo una cosa su Milano che uscirà nel 2010 per la quale è necessario documentarsi, raccontare luoghi nascosti e poco conosciuti.  Ho camminato moltissimo fra turisti stranieri e serrande abbassate. Da Loreto ai Navigli. Una lunga passeggiata. Una galleria fotografica e una mangiata come Dio comanda a base di tonno, spigola, Gewurztraminer e un toscannelo per digerire…