Ed è nuovamente NebbiaGialla #ng17

Siamo arrivati a undici.
Quanti scrittori sono passati da Suzzara in questi anni? Trecento, forse. Quanti lettori? Be’ migliaia. E continuano ad aumentare, anno dopo anno. Ed io non posso che esserne felice. Il NebbiaGialla è diventato con gli anni il festival noir degli scrittori e dei lettori, un luogo in cui ritrovarsi e confrontarsi. Tre giorni da vivere senza pensieri godendo della presenza degli autori e delle loro storie. Sarà emozionante come sempre. Vi aspetto al 3 al 5 febbraio a Suzzara. con 34 scrittori. Qui il programma completo del festival.

Lo scrittore e lo spasmodico compiacimento per le proprie frasi

Abbiamo un nemico che ci osserva quando scriviamo: noi stessi. E il peggio che ci possa succedere è che lui prevalga e prenda in mano la nostra penna, il pallino della narrazione e lo porti dove vuole lui.
Non solo rischia di farci finire fuori strada (se avete redatto una scaletta efficace e un buon plot questo non succederà) ma sopratutto ci spingerà in quello che è un vero dramma per un autore: lo spasmodico compiacimento per le proprie frasi.
L’illusione è dietro l’angolo: vi sembrerà di aver scritto una frase memorabile di quelle da piazzare nei biglietti dei cioccolatini o da postare su facebook. Bravi, peccato che non servirà per la storia che state scrivendo e che risulterà non soltanto stucchevole, ma pure dannosa. Starà lì a gridare “guardate come sono bravo!” e distrarrà il lettore.
Il consiglio quindi è: non strafate, non sputate sentenze, non discettate sui massimi sistemi quando state parlando di tutt’altro. Ma sopratutto: rileggetevi e non innamoratevi troppo della vostra prima stesura (qualche scrittore famoso ha detto senza tanti giri di parole che la prima stesura è quasi sempre merda) né di una certa frase: se necessario quella frase, può e deve, essere sacrificata a beneficio di una narrazione efficace, fluida e ben strutturata.

Striscia la notizia raccomanda La confraternita delle ossa – video

L’anno nuovo per il sottoscritto e il suo personaggio seriale Enrico Radeschi inizia nel migliore dei modi. Ieri sera, infatti, all’interno del programma Striscia la notizia uno dei conduttori, Ezio Greggio, ha consigliato la lettura del mio thriller La confraternita delle ossa edito da Marsilio.
Se ve lo siete perso ecco il filmato qui di seguito.

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Coltivate le vostre idee: ogni libro è un progetto

Si avvicinano le feste e per ogni autore che si rispetti questo è il momento della scrittura. Mentre gli altri pensano a sciare, a viaggiare, a divertirsi noi ci ritagliamo un momento per coltivare i nostri progetti. Sì perché la scrittura – l’ho già detto mille volte – non si limita allo scrivere ma coinvolge anche tutta una parte di progettualità che non va sottovalutata.
Non basta una buona storia: nell’epoca in cui viviamo bisogna anche sapere a chi proporla, quale editore sarà più adatto per accoglierla. Anche perché magari avete scritto un saggio o un testo sperimentale di qualche tipo che non tutti comprendono o apprezzano…
Quindi lavorateci, rendetelo perfetto ma, al tempo stesso, pensate alla sua collocazione. Dedicategli una presentazione adeguata. Cercate di capire se esiste qualcosa di simile sul mercato e, in caso affermativo, in cosa il vostro lavoro sarebbe migliore o più innovativo. Insomma evidenziate quali sono i suoi punti di forza. Lavorate a un progetto non semplicemente a un libro. Sviluppate le idee: di una serie, di una collana, di un albo a fumetti, di un manuale per esploratori, di un saggio sulla birra artigianale…
Siate creativi e abbiate fiducia  in voi stessi. Alla lunga, ne sono sicuro, verrete premiati.

Listen to Bukowski : la vita dello scrittore in formato podcast

Qualche anno fa – undici per la precisione – scrissi la prima biografia italiana di Charles Bukowski. Quel libro è stato molto importante per me perché mi ha permesso di conoscere Fernanda Pivano e di approfondire la mia conoscenza sull’autore americano.
Fra qualche mese quella biografia verrà ripubblicata con l’editore Morellini (che ha già pubblicato il mio romanzo Taccuino di una sbronza ispirato proprio a Buk e una biografia essenziale dell’autore in formato ebook). Il testo sarà aggiornato nei contenuti, con una nuova veste grafica e verrà impreziosito dagli interventi di alcuni amici scrittori.
Nell’attesa vi ripropongo di ascoltare la puntata di Wikiradio RAI andata in onda il 16 agosto (compleanno del vecchio Buk) dedicata proprio al mio scrittore feticcio.
Godetevi il podcast.

Non tutti i libri sono per tutti

I libri non sono per tutti. Ci illudiamo che sia così ma non è vero; ogni lettore ha il proprio gusto, la propria sensibilità. C’è chi ama i dialoghi, chi le descrizioni dei paesaggi, chi pagine e pagine di struggimenti amorosi, chi le scene d’azione, chi lo stream of consciousness intimista, chi i robot senzienti…

Insomma il concetto è semplice: quando scrivete non potete piacere a tutti. Questione di statistica. Anzi mi spingo oltre con un paradosso: se uno scrittore contemporaneo piace davvero a tutti (lasciando da parte i classici per cui vale un discorso è diverso), dal ragazzino al nonno passando per genitori fratelli e sorelle, be’ state certi che almeno un paio di loro mentono e non hanno mai letto niente dell’autore in questione…

Questa introduzione dove ci porta?
Al fatto che quando scrivete il vostro romanzo perfetto – consciamente o inconsciamente – vi scegliete il vostro pubblico. Non soltanto per il genere (giallo, rosa, fantascienza, quello-che-volete-voi) ma anche per tanti altri aspetti.
Quali?
Ecco alcune domande che potete porvi.
Il vostro è un romanzo per tutte le età o magari è adatto solo per i teenager?
Va bene sia per un pubblico maschile che femminile?
Ha un linguaggio comprensibile anche per l’uomo della strada o è un romanzo alto, colto zeppo di citazioni dotte?
Rifletteteci.

Piacere (che poi è sempre soggettivo ricordiamocelo) dipende anche dallo stile. Vi faccio un esempio concreto che mi riguarda in prima persona: io adoro permeare i miei personaggi d’ironia tagliente. Molti lettori lo apprezzano, altri no semplicemente perché si aspettavano un romanzo diverso da quello che poi hanno cominciato a leggere (“Ho letto cento romanzi gialli e mai l’investigatore faceva battute!”).
La colpa di chi è in questo caso: dell’autore o del lettore?
Non necessariamente di uno dei due. Penso che spesso a tradire le aspettative del lettore non sia l’autore (il libro prima bisogna leggerlo per sapere cosa contiene e come è scritto!) ma della quarta di copertina  o delle recensioni che l’hanno presentato…
In altri casi ancora, semplicemente, è colpa del lettore che non sa scegliere. Ricordate la famosa questione dell’acquisto compulsivo di un romanzo per via della copertina e del titolo (cliccate qui per rinfrescarvi la memoria)?

Concludendo quindi: scrivete pensando fortemente a chi vi leggerà.
Se indovinate il target avrete più possibilità di vendere. Semplice.
Chi sarà il vostro lettore tipo? Uomo o donna? Giovane o anziano? Colto o meno? Serio o rilassato?
Insomma costruite l’identikit del vostro lettore perché non c’è niente di peggio che proporre una bella bistecca al sangue a un vegetariano: potrebbe essere anche la bistecca più buona del mondo ma lui dirà sempre che non è di suo gradimento. Lo stesso vale per i libri: non si può piacere a tutti ma si può piacere molto a chi sa apprezzare quel genere di libro.