Il romanzo non è ancora in libreria (bisogna aspettare un ventina di giorni) ma già la stampa ne parla.
Qualche giorno fa è toccato al quotidiano Il Cittadino di Lodi recensire (speriamo faccia da apripista ad una lunga serie…) il Taccuino di una sbronza.
Ecco il pezzo.
Non sempre gli addii al celibato finiscono nel modo giusto, specialmente quando scorrono fiumi di alcool. A Carlo Boschi, tranquillo trentenne milanese ed impiegato di banca modello, un bicchiere di troppo cambierà decisamente la vita. Le nozze con Sara sono fissate per il 12 marzo 1994. Dieci giorni prima della cerimonia, Romeo, il miglior amico di Boschi, decide di fargli vivere un addio al celibato diverso e memorabile: tre giorni etilici a Dublino. Qui, in seguito ad una sbronza colossale, il promesso sposo cade in coma etilica. Quando si risveglia non è più lo stesso: è convinto di essere la reincarnazione del suo scrittore preferito, Charles Bukowski, morto proprio quella notte. Possibile? Da quel momento in avanti, la sua vita cambierà radicalmente e della sua identità precedente non ricorderà più nulla. Rinuncerà a sposarsi, abbandonerà il lavoro e si produrrà in una serie di comportamenti del tutto inusuali per lui ma perfettamente calzanti per Bukowski come rimorchiare donne nei bar, vivere di espedienti e di lavori saltuari, ubriacarsi ogni notte, farsi assumere come postino, tenere sgangherati reading di poesia, scrivere racconti a notte fonda con l’illusione un giorno di pubblicarli, fare a pugni nei vicoli… Quattordici anni di storia italiana raccontati in maniera ironica e pungente.
Ancora un po’ di pazienza, poi il 4 settembre in tutte le librerie troverete il mio nuovo romanzo Taccuino di una sbronza edito da Kowalski (Feltrinelli).
Tenete botta.
Prende il nome dal film di un famoso regista coreano, ma è una storia meneghina doc. Me l’ha richiesta il quotidiano Il Giornale che l’ha pubblicata alcuni giorni fa. E’ una storia di arrotolate, corna e critici cinematografici. E come protagonisti: il vecchio Enrico Radeschi, il buon Fuster e naturalmente Loris Sebastiani.
Clicca per ingrandire e leggere il racconto
Eccomi nuovamente sotto alla Madonnina dopo due settimane spese a scorrazzare su un po’ di isole greche (in questa immagine western spaghetti sono sull’isola di Folegandros). Ne scriverò sicuramente nel quarto Radeschi. Ho pensato ad un paio di idee nei lunghi passaggi in traghetto fra un’isola all’altra.
Quanto al resto ho circa trecento mail da leggere, il nuovo numero di MilanoNera da chiudere e un paio di eventi da organizzare. Uno però è già fissato: il 4 settembre al Microbirrificio di Lambrate. Non prendete impegni.
Ne avevo un gran bisogno e da domani finalmente stacco la spina e parto.
Per un paio di settimane inutile bussare qui, quindi.
Vedrò forse a sprazzi le mail, MilanoNera (che comunque continuerà a pubblicare nuovi contenuti anche in mia assenza…) e il blog perciòportate pazienza se mi scrivete. La risposta potrebbe tardare ad arrivare.
Avete capito: sarò proprio away.
Cosa aggiungere? Divertitevi e cercate di vivere con leggerezza che poi è la cosa più importante di tutte. E se siete a Milano in agosto fate un fischio:è il periodo più bello sotto alla Madunina…
See ya.
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