Il Giornale intervista Paolo Roversi: «Il giallo e Bukowski le mie passioni»

[Riporto qui di seguito l’intervista apparsa oggi sulle pagine milanesi de Il Giornale]

Paolo Roversi: «Il giallo e Bukowski le mie passioni»

Charles Bukowski: genio e sregolatezza. Una vita di eccessi e successi, illusioni e delusioni. Una vita sempre ai limiti, con un’unica grande passione: la scrittura. All’ultimo scrittore maledetto è dedicato «Taccuino di una sbronza» (Kowalski, pagg. 192, euro 11), il nuovo romanzo di Paolo Roversi, 33 anni, che oggi alle 18 sarà presentato alla Libreria Feltrinelli di corso Buenos Aires.
Il protagonista del libro, Carlo Boschi, è un tranquillo impiegato di banca in procinto di sposarsi. Fino a che cade in coma etilico, risvegliandosi solo qualche ora dopo (è il 4 marzo 1994) convinto di essere la reincarnazione del suo scrittore preferito: Charles Bukowski, morto quella stessa notte. Un romanzo divertente, da scolare in un sorso, che racconta con ironia 14 anni di storia italiana al risveglio dal coma di Tangentopoli. E davanti a un boccale di birra, nello storico Birrificio di Lambrate, abbiamo incontrato l’autore alla presentazione del booktrailer.
Un’idea un po’ insolita per promuovere un libro…
«Volevo uscire dai circuiti tradizionali e coinvolgere, giocando sul titolo, il lettore dei bar. Tra l’altro proprio qui è ambientato un mio libro precedente, Blue tango»
I romanzi precedenti sono tutti gialli. Come mai questo cambio di rotta?
«Penso che uno scrittore debba avere tante passioni. Io ne ho almeno due, il giallo e Bukowski. Se sono diventato scrittore lo devo anche a lui…»
In che senso?
«L’ho scoperto alla maturità leggendo «Post Office». Subito dopo ho letto tutti gli altri sottolineando le frasi che preferivo. Le ho battute a macchina, messe in una busta e nel 1997 sono diventate il mio primo libro»
Poi ha scritto una biografia: è proprio un’ossessione la sua…
«Ha un doppio fascino Bukovski. Intanto era uno che sapeva scrivere e poi la costanza. Ha fatto i lavori più umili poi, a 50 anni, ha mollato tutto per mettersi a scrivere. Da lui ho imparato che bisogna crederci fino in fondo»
È nato a Mantova, ma i suoi romanzi sono ambientati a Milano
«Vivo qui da otto anni. Milano per me è la città delle opportunità. Al mio primo libro, però, ero molto agitato: era come voler parlare ai milanesi della loro città. Così ho scelto di raccontare posti che ho vissuto»
Insieme a Radeschi, il giornalista hacker, e al suo alter ego, l’ispettore di polizia… Scriverà ancora di loro?
«Ho già in mente il quarto giallo della serie»
Un ritorno alla sua prima passione, quindi.
«E senza rammarico…».

Il lato etilico di Paolo Roversi

Non è un giallo ma gli amici di Thriller Magazine hanno comunque parlato del mio nuovo romanzo raccontando in maniera divertente ed originale la LATE NITE di giovedì scorso.

E’ incredibile il potere di una buona birra! Incredibile l’atmosfera gioviale che riesce a creare, il calore che diffonde, il gusto speciale di fare quattro chiacchiere insieme intorno a un boccale.
Se oltre alla birra si aggiungono poi una piacevole compagnia, un locale accogliente e un romanzo appena uscito il gioco è fatto.
Questo è quello che è successo giovedì 4 settembre a Milano presso il Birrificio Lambrate a partire dalle ore 19.00 circa, quando Paolo Roversi si è presentato in veste inedita per parlare del suo nuovo romanzo
Taccuino di una sbronza.
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