Come sapete la settimana scorsa Taccuino di una sbronza è arrivato nelle librerie italiane subito accolto da un bellissimo articolo del Corriere della Sera con tanto di intervista al sottoscritto.Continua a leggere “16 agosto: siete pronti per il Bukowski Day?”
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Taccuino di una sbronza: un nuovo inizio per festeggiare i cento anni di Bukowski
Ogni volta che esce un romanzo provo sempre una grande emozione; a questo libro poi sono particolarmente affezionato. Una storia ironica e scanzonata, fra Dublino e Milano ispirata ad unContinua a leggere “Taccuino di una sbronza: un nuovo inizio per festeggiare i cento anni di Bukowski”
Agosto, tempo di Taccuino di una sbronza
Che il 2020 fosse un anno strano non c’è bisogno di ribadirlo. Quello che però è ancora più strano è che perfino in agosto si pubblicheranno nuovi libri! E indovinate?Continua a leggere “Agosto, tempo di Taccuino di una sbronza”
Bukowski anniversary: 20 anni senza il Vecchio
Il 9 marzo cade il ventennale della morte di Charles Bukowski e per festeggiare degnamente stiamo organizzando una serie di eventi “bukowskiani” a marzo. Per rendere tutto più letterario l’editoreContinua a leggere “Bukowski anniversary: 20 anni senza il Vecchio”
L’uomo con la bottiglia
E’ il titolo di una canzone che ho scritto ispirata al vecchio Buk. Il testo completo lo trovate nella nuova edizione della biografia su di lui pubblicata da poco conContinua a leggere “L’uomo con la bottiglia”
Dublino, una birra e Carlo Boschi
Oggi è saint Patrick’s day e lassù in Irlanda scorreranno fiumi di birra. Anche da noi. E anche in questo passaggio del mio romanzo Taccuino di una sbronza che mi sembra adattissimo per l’occasione. Cheers!
La campanella dell’ultimo giro aveva già suonato da un pezzo quando Carlo crollò a terra privo di sensi.
Un attimo prima se ne stava aggrappato al bancone del bar, le labbra incollate al bicchiere e lo sguardo infilato nella scollatura di una biondina; un istante dopo studiava da tappeto persiano disteso bocconi sul pavimento lurido.
Impiegai qualche secondo per rendermi conto di quanto stesse accadendo; anch’io, del resto, ero parecchio sbronzo.
Otto ore di bevute non stop in un pub tutto legno, pinte schiumanti e mozziconi di sigarette non sono uno scherzo.
Il bar si trovava nel centro di Dublino, a due passi dal Trinity College. Sull’insegna, a caratteri dorati, una scritta altisonante, non proprio un complimento in gaelico: Pogue Mahone.
In quel quartiere, e in quel pub in particolare, io ed il mio compagno di sbronze trincavamo sin dal mattino: troppo per la sua sopportazione etilica.