Il ritorno del Duca

[Da Rolling Stone]
“L’ho chiamato Duca perché nella miseria avesse almeno un nome nobile”

Giorgio Scerbanenco, maestro indiscusso del giallo italiano, presenta così il suo personaggio simbolo Duca Lamberti, anche se, di miseria, il medico radiato dall’ordine, per aver aiutato a morire una paziente malata di cancro, e poi riciclatosi come investigatore per la Questura di Milano, ne ha avuta pochina. Gloria, invece, parecchia, visto che a quarant’anni esatti dalla sua prima apparizione, Lamberti è più vivo che mai nella mente dei lettori al punto che la Garzanti ha deciso di dedicargli un’antologia, curata da Gian Franco Orsi, dal titolo che sa davvero di sequel: Il ritorno del Duca. Più che un’antologia, in realtà, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio tributo: quindici giallisti contemporanei (da Altieri a Simi, da Ben Pastor e Pederiali) che si confrontano con l’ingombrante eredità del maestro.
La cosa più straordinaria di questo libro, tuttavia, è il fatto che lo stesso Scerbanenco sia riuscito a scriverne una parte importante: per la prima volta, infatti,vengono raccolte in volume le tracce dei romanzi di Duca Lamberti che l’autore aveva progettato ma non aveva potuto portare a termine. Brani gustosi in cui ci si immagina Duca sfrecciare su una pantera della Polizia per le vie di Milano insieme al fidato Mascaranti. Embrioni di romanzi in cui il medico-investigatore, finalmente sposato con la storica fidanzata Livia Ussaro da cui avrà anche un figlio, si ritrova ad indagare su un serial killer di ragazzini (I pulcini e il sadico) o alle prese con un gigolò ucciso a pistolettate in una Porche rossa (Le sei assassine di cui nell’antologia compare anche il primo capitolo).
“Come professione non avrei mai potuto fare altro che lo scrittore, perché è come se fossi cresciuto con la penna al posto del biberon e con l’inchiostro al posto del latte” dichiarava Scerbanenco quand’era all’apice del successo, anche se la sua vita, almeno agli inizi, fu tutt’altro che facile.
Nato Vladimir Giorgio Scerbanenko, nel 1911, a Kiev, da madre italiana e padre ucraino, lo scrittore decise, quando rimase orfano di entrambi i genitori a sedici anni, che, per sopravvivere a Milano, fosse meglio togliere quell’ingombrante k dal cognome e presentarsi al mondo col suo secondo nome, Giorgio, eliminando per sempre il russo Vladimir.Continua a leggere “Il ritorno del Duca”

La mano sinistra del diavolo

mano_sinistraMursia, 2006
€ 15
romanzo

Disponibile anche in edizione economica
Tradotto in Spagna (2009) e in Germania (2011)

La trama

L’estate caldissima e sonnacchiosa di Capo di Ponte Emilia, piccolo borgo della Bassa affacciato sul Po, viene sconvolta da una misteriosa serie di omicidi. Due gli indizi nelle mani degli inquirenti: le vittime sono tutti uomini anziani e, particolare ancora più inquietante, prima di ogni omicidio una mano mozzata viene rinvenuta nella loro cassetta della posta. A condurre le indagini sarà il giovane maresciallo dei Carabinieri, Giorgio Boskovic aiutato dal fedele brigadiere Gennaro Rizzitano. A loro si affiancherà, con il suo fiuto per la nera e la sua bravura come hacker, Enrico Radeschi, giornalista free lance, originario del paese ma milanese d’adozione. Gli inquirenti, dopo alcune difficoltà iniziali e qualche abbaglio, si renderanno conto che per svelare il mistero dovranno scavare nella memoria per catturare il misterioso mancino autore dei delitti. Le indagini, costringeranno Radeschi ad una estenuante spola fra la Bassa e Milano dove si troverà invischiato in altre inquietanti vicende: l’omicidio di una ragazza trovata seppellita nel Parco agricolo sud Milano e la misteriosa scomparsa del gestore di un ristorante giapponese, il Nippon Sushi Bar. Insieme a Loris Sebastiani, vicequestore ed amico di lunga data, Radeschi si muoverà in una metropoli torrida e deserta, raccontata attraverso le discoteche all’aperto dell’Idroscalo e i locali affollati dei Navigli, alla ricerca dei colpevoli.
Trait d’union fra i misteri milanesi e il serial killer della Bassa sarà proprio Radeschi, pronto in ogni momento a mettere le proprie intuizioni e conoscenze informatiche, a disposizione degli inquirenti.

VINCITORE DEL PREMIO CAMAIORE DI LETTERATURA GIALLA 2007

San Gennoir, Napoli fatta nera

“Napoli l’hanno fatta nera, più di quanto lo sia nella realtà. Il motivo? Bisognerebbe interrogare gli autori di questo libro ma attenzione, non è semplice: sono più di trenta e sono nascosti in tutta Italia e all’estero, frequentano i più importanti siti internet italiani di genere e si fanno vedere solo in occasione dei premi letterari più ambiti… Una cosa è certa: tutti hanno avuto un’ottima ragione per mettere su carta una storia torbida ambientata nei quartieri di Napoli… o forse no, forse sono solo cattivi e hanno voluto mettere il dito nella piaga”.

Gli autori, di cui trovate le biografie anche nel sito, sono: Paolo Agaraff, Antonella Anzalone, Manila Benedetto, Giovanni Buzi, Claudio Calveri, Gennaro Chierchia, Ugo Ciaccio, Maurizio de Giovanni, Giuseppe Della Monica, Maurizio Di Credico, Francesco Di Domenico, Monica Florio, Andrea Franco, Pino Imperatore, Enrico Luceri, Giancarlo Marino, Antonio Meloni, Michela Monferrini, Mario Natangelo, Giuseppe Pastore, Flavia Piccinni, Aldo Putignano, Antonello Rianna, Lucio Ricci, Mariarosaria Riccio, Paolo Roversi, Marcella Russano, Alfredo Sansone, Simonetta Santamaria, Chiara Tortorelli, Alessio Valsecchi, Simona Vassetti, Licia Vetere.