Il Quadro : un mio racconto per la Mondadori

La notizia è questa: in edicola da sabato prossimo troverete, in appendice al Giallo Mondadori intitolato Nessun Male di Bruno Pampaloni un mio racconto dal titolo Il Quadro.
E’ la prima volta che pubblico con la Mondadori e sono un po’ agitato. Il racconto è breve, dodici cartelle, ma credo intenso. Dentro ci trovate Radeschi, Sebastiani, Mascaranti e un po’ di personaggi dei miei gialli.
Una Milano fatta di skinheads e cadaveri galleggianti nella Martesana, di vespa gialla e anziane in coda alla Poste…
Ecco come comincia:

Il cadavere era incagliato fra un tronco d’albero ed una lavatrice arrugginita, nel punto in cui il Naviglio s’infila sotto viale Monza. Una folla di curiosi si era radunata sulle sponde e sul ponte: un morto il sette di luglio, quando ancora nessuno a Milano era in ferie, attirava più curiosi di una prima alla Scala.
Il vicequestore Loris Sebastiani scese sudato dall’auto passandosi un sigaro spento da una parte all’altra della bocca, come faceva sempre quando era nervoso. L’ispettore Mascaranti, primo a giungere sul posto, gli si fece incontro.

Il resto, se volete, lo trovate in edicola.

Gotico padano

Sono morta due giorni prima di morire davvero. All’epoca si respirava aria di libertà, la gente voleva dimenticare, ricominciare a vivere dopo cinque anni di guerra e venti di fascio. Era vero per tutti ma non per me, vedova di un repubblichino amico intimo di Pavolini ed esponente di punta della Banda Carità. Quando, nella primavera del 1945, ogni difesa cadde, i partigiani vennero subito a cercarlo: il nome di mio marito era in cima alla loro lista. Ci catturarono a Milano, due giorni dopo la Liberazione. Lui fu processato e fucilato. Di me, invece, si disinteressarono; non rappresentavo nulla per loro.

Questo è l’attacco, come si dice in gergo, di un mio racconto pubblicato sul trimestrale Terre Verdiane News esempio di bella iniziativa editoriale portata avanti con passione da Andrea Villani e Roberto Tanzi.
Si tratta di un racconto ambientato nella Bassa e dal gusto un po’ gotico anche se come genere non mi è proprio congeniale. In molti ne hanno parlato, un critico ci ha addirittura visto qualcosa di Lovecraft… Non so, io ve lo segnalo. Lo potete leggere qui.

Misteri dalla bassa emiliana alla Scala di Milano

E’ il titolo dell’evento che mi vedrà protagonista al festival GialloLuna NeroNotte di Ravenna in cui interverrò in compagnia di Lorenzo Arrunga. Sarò a Ravenna già da venerdì sera per conoscere Quadruppani e mi tratterò fino a domenica. Sarà un’occasione per godermi il bel festival GialloLuna ideato dall’amico Nevio Galeati che ha ispirato anche il mio NebbiaGialla al punto che da quest’anno sono gemellati! Sto preparando l’edizione 2008 e vi assicuro che le sorprese non mancheranno…
L’evento di sabato si terrà alle ore 18.00 presso la SalaD’Attorre di Casa Melandri.

Non diventerete come Gabo ma…

Non diventerete Ellroy, non assomiglierete a Proust, non scriverete come García Márquez né sarete in grado d’inventarvi un romanzo come Cent’anni di solitudine ma vi assicuro che vi divertirete e che, alla fine, avrete un’idea chiara su cosa significhi fare lo scrittore.
Potreste anche uscirne con una bella idea per il vostro romanzo. Potrebbe anche convincervi a lasciar perdere per sempre, oppure a diventare dei veri divoratori di libri. Forse vi fornirà qualche strumento, forse dimenticherete tutto appena finito. Insomma se siete liberi il 27 e il 28 ottobre, e se abitate dalle parti di Torino l’appuntamento (ed il programma con tutte le informazioni) è qui.
Iscrivetevi subito, perché, pare le richieste siano moltissime. Vai a capire perché 😉
Una precisazione: se non credete nei corsi di scrittura creativa leggete qui, è il mio punto di vista.

Radeschi e Radetsky

Enrico Radeschi è il protagonista di due miei romanzi: Blue Tango e La mano sinistra del diavolo. Per ora.
Lo puntualizzo perché dal prossimo novembre 2007, se vorrete, lo ritroverete in libreria alle prese con una nuova intricata vicenda che da Milano lo porterà all’estero…
Non dico altro per il momento. Mi limito a presentarvi (o a ripresentarvi se avete già letto qualcuno dei miei libri), il caro Radeschi con un estratto tratto dal nuovo romanzo.

Gli occhi dei presenti si concentrarono su quel ragazzo dall’aria trasandata vestito come Dylan Dog con un pizzetto mal curato e un paio di occhiali dalla montatura nera stile giovane Kennedy. L’abbigliamento, per chi lo conosceva, era quello consueto: Clarks marroni ai piedi, jeans scoloriti, giacca nera con tasche ricolme di fogli e matite, camicia azzurra fuori dai pantaloni.

Quello ritratto qui a fianco, naturalmente, non è lui ma il ben più noto Feldmaresciallo Radetsky, con cui, per assonanza, il nostro viene spesso scambiato… Succede anche nella vita vera, del resto: a me toccano Patrizio o Roberto, in onore di due Roversi molto più conosciuti del sottoscritto. 😉