Il mensile InScena di ottobre ha dedicato due pagine con foto al Taccuino e ad una intervista al sottoscritta.
Una chiacchierata non banale dove si parla anche di politica, di Craxi, di Tangentopoli e insomma si esce dalle solite frasi fatte.
Tangetopoli ha tirato fuori il peggio del nostro paese, ci ha fatto rendere conto di quanta corruzione e di quanti inganni regnassero in Italia. Da lì l’amaro risveglio. Al grido di beata ignoranza, sarebbe stato forse meglio non svegliarsi mai e non venire mai a scoprire certe cose?
«Ho cercato di raccontare gli ultimi anni dell’Italia che forse, anzi sicuramente, non sono stati degli anni allegri. Li racconto con un po’ di leggerezza attraverso gli occhi di uno che si sveglia dal coma etilico e si crede un altro e non ha un passato, non sa cos’era prima, non sa niente e come un bambino segue questi eventi. Anche se parlo di cose tragiche ho tentato di dare un taglio lieve, pur cercando di far riflettere. Faccio anche nomi e cognomi anche se falsi…».
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