Io lo chiamo effetto Kaiser Soze e serve a portare a termine un romanzo senza sbavature, con tutti gli ingranaggi che girano in maniera perfetta e sincronizzata, e a lasciare il lettore a bocca aperta grazie a un colpo di scena finale!
Piccola avvertenza: se non avete visto il film I soliti sospetti date (subito) un’occhiata al video che trovate qui sotto in cui si racconta chi è questo personaggio (ma ricordate che NULLA è mai come APPARE o come vi VIENE FATTO CREDERE CHE SIA!)
Bene, ora che ci siamo chiariti torniamo all’effetto Kaiser Soze.
Ecco la mia personalissima definizione:
L’effetto Kaiser Soze è rappresentato da una serie di accorgimenti narrativi che ti permettono di costruire una trama ad orologeria con tanto di effetto finale spiazzante.
E come si fa?
Be’ non mi stancherò mai di ripeterlo: il primo passo è costruire una rigida e ben strutturata scaletta (come si fa l’ho spiegato qui e anche qui e, a quanto pare, pure qui).
Una volta che avete imbastito la vostra scaletta iniziate a pensare: che elemento posso aggiungere a ogni capitolo in modo che questo si chiuda con un colpo di scena?
E quale sarà il GRANDE colpo di scena finale che costruirò, mattone dopo mattone, con qualche frase piazzata ad hoc in ogni capitolo?
Insomma: pianificate tutto. Nel dettaglio e a priori.
Non è così complicato se ci pensate: avete la scaletta quindi conoscete il percorso, chiaro e ben definito. Sapete da dove partirete e dove arriverete. Dovete solo scatenare la fantasia: mischiate carte, sparate fumo negli occhi al lettore (ma senza barare perché TUTTO deve tornare alla fine) e introducete elementi d’ambiguità. Vi aiuti in questo una massima che viene utilizzata proprio in questo film:
La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste
Facile? No. Non lo è affatto ma senza un po’ di fatica e d’impegno non si ottiene nulla!